Si era innamorata ed era diventata la moglie di un uomo che era fissato quanto lei con le apparenze. Persino in ospedale, ogni giorno, Nick si presentava impeccabile, coi suoi pantaloni eleganti e i suoi bei mocassini, perché vestirsi bene era il suo modo di dirle che non aveva perso la speranza, che tutto era normale. Quando era giovane, ed era simpatica ma non bella, ogni genere d’uomo l’aveva rifiutata. Ne aveva scritto, l’aveva fatto diventare un tormentone comico – è tutto materiale – ma privatamente era una cosa che le spezzava il cuore, finché arrivò questo cavaliere a farle sentire che guardarla era favoloso quanto lo era chiacchierarci.
(Non mantengo mai le promesse, l’ultima delle quali era di sottrarmi al gioco al massacro «Quale parte del ricordo di Nora Ephron scritto dal figlio fa più piangere»; il racconto è qui, esce domenica sul magazine del New York Times, è pieno di passaggi strazianti che confermano quel che già sapevamo, cioè che era una donna straordinaria, e almeno un paio dei quali – quello qui sopra e quello sul divorzio di Tom Cruise sono quelli che mi vengono in mente senza rileggere e ripiangere – svelano un miracolo: il talento che non salta una generazione. Qui, Jacob Bernstein al Today Show.)